I MILLE VOLTI DEL VISUAL: Salvatore Cappai
Salvatore, tu hai vissuto gli anni ruggenti con Pier Polga (personaggio storico della Vetrinistica) e la nascita della figura professionale del Vetrinista prima e del Visual Merchandiser poi: che ricordi hai?
Mario, quando arrivai a Milano, negli anni 80, non conoscevo nessuno e mi misi a cercare lavoro come vetrinista o altro, per vivere.
Ho avuto un po’ di fortuna, perché sono entrato in un negozio per chiedere se avevano bisogno di fare le vetrine: vendevano pelletteria e valigeria e la titolare, cinese, mi disse che avevano già un Vetrinista. Mi disse anche che avrebbe parlato con lui per una eventuale collaborazione: Il giorno successivo tornai in negozio e mi presentò il Maestro Pino Cabras…da quel giorno sono entrato a far parte della famiglia dei Vetrinisti.
In quegli anni il Vetrinista Decoratore era richiesto per allestimenti fieristici e per le più disparate tipologie di esposizioni, di qualsiasi categoria merceologie.
Nella creazione delle scenografie si lavorava con quello che si aveva a disposizione: si inventavano decorazioni, si decoravano pannelli per vetrina e spazi espositivi, si usavano le prime immagini adesive.
La nostra professione ti deve piacere: devi avere molta passione, creatività innata, saper comunicare e saper inventare !!
Com'era il mercato ed il lavoro 10 anni fa e come lo vedi adesso?
Secondo me 10 anni fa, per il vetrinista professionista, il mercato del lavoro era decisamente migliore: si lavorava tutti, c’erano molti vetrinisti, anche se non eravamo riconosciuti come categoria. Dal mio punto di vista oggi, la figura del vetrinista non viene adeguatamente valorizzata da molte aziende, soprattutto se di grandi dimensioni.
A Milano ci sono molte agenzie del lavoro che cercano figure professionali giovani con esperienza di Visual per allestire vetrine…ancora molti non capiscono che il Vetrinista e il Visual sono due lavori diversi.
Il Vetrinista , crea ad arte un’immagine del negozio, attraverso la vetrina, in modo da far capire al potenziale cliente quale tipo di merce potrà trovare.
Il Visual, ha un’attività multifunzionale che richiede competenze in varie discipline: Marketing, Architettura, Grafica e Psicologia Sociale.
Ritieni che la non-specializzazione (cioè la capacità di operare in svariati settori merceologici) tipica della "vecchia scuola" sia ancora valida?
In base alla mia esperienza, con la formazione tipo “vecchia scuola” eravamo in grado di lavorare praticamente in tutti i settori merceologici: con la passione dovevi conoscere i trucchi del mestiere, conoscere la merce, conoscere settori diversi con spazi diversi ecc... Saper fare allestimenti per svariate merceologie ti porta a cambiamento professionale , a guadagni e anche viaggiare… ma ci vuole passione.
Data la tua esperienza, come vedi lo sviluppo della nostra professione ai tempi dei social e del digitale?
Nei primi anni, il vetrinista aveva a disposizione poche decorazioni: perciò se le doveva creare, anche in arte povera, per rendere magica la vetrina.
Oggi è tutto più facile: su internet si trova tutto quello che serve…le grandi aziende hanno cambiato le varie modalità di esposizione in base alla tipologia dell’arredo e del prodotto. Le vetrine una volta illuminavano le vie della moda e dei centri cittadini con colori e decorazioni artigianali: si era più invogliati ad uscire, a fare una passeggiata, a curiosare nelle vetrine dei grandi negozi e delle boutique.
Oggi con la tecnologia e internet le vetrine vengono pubblicizzate sui vari social, sono diventati quasi tutti Designer e si occupano di “Comunicazione Visiva”: questo è il mercato del futuro, però secondo me, un eccesso di modernità e di tecnologia nelle vetrine non va bene.
Un tempo i messaggi erano mirati al prodotto, oggi il prodotto passa in secondo piano e si promuove la struttura dell’Interno del negozio o una comunicazione grafica.
Forse io sono un romantico, ma abbiamo perso un po’ di poesia.
SALVATORE CAPPAI
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