Allora, la musica è importante nel nostro negozio? E quale musica scegliere? E soprattutto, a che volume senza far venire voglia di scappare ai clienti? Vediamo un po’, perché sì, sembra un dettaglio da niente, ma è molto, molto, molto più importante di quanto pensi.
Prima di tutto, la musica deve essere in sintonia con il target. Se il tuo negozio veste un pubblico casual di età compresa tra i 30 e i 50 anni, magari evitare di trasformarlo in un concerto trap a tutto volume potrebbe essere una buona idea. L’ideale? Un mix di canzoni energiche ma che non ti facciano sentire come se fossi in procinto di scalare una montagna. Qualcosa che accompagni l’acquisto come una dolce brezza, facendo sentire il cliente a proprio agio e non sotto pressione per scappare con i vestiti senza passare dalla cassa.
Il volume poi… Beh, non siamo in una discoteca ma nemmeno in una biblioteca con tutti che sussurrano. L’equilibrio è la chiave: la musica deve essere lì, presente, ma non come il collega che parla sempre troppo. Deve esserci, ma senza interrompere la conversazione tra il cliente e il commesso. Anche perché, il cliente è lì per comprare, non per fare karaoke!
Poi, parliamo delle stagioni. Prendiamo Natale, per esempio. Poveri commessi, costretti a sorbirsi “Jingle Bells” da novembre a fine dicembre… perché non infliggere loro una punizione meno crudele? Magari qualche brano natalizio alternato con qualcosa di leggero e fresco, giusto per mantenere un po’ di sanità mentale e ritmo, senza renderli vittime di ossessioni sonore.
E, per favore, evitiamo playlist che si ripetono ogni 20 minuti, perché anche il cliente alla fine se ne accorge e comincia a cantare pure lui le stesse tre canzoni in loop… e credimi, non sarà un bene. La varietà è la chiave. E attenzione ai brani con testi troppo invadenti: il cliente è lì per comprare, non per distrarsi cercando di capire il significato filosofico dietro ogni parola della canzone.
Conclusione? La musica non è un accessorio. È uno strumento di marketing bello e buono. Va pensata, calibrata, come un cocktail perfetto. Non farà sentire il cliente a casa sua (a meno che non vogliate che si metta sul divano con i piedi sul tavolino), ma lo farà sentire a suo agio. E a volte, questo è tutto ciò di cui ha bisogno per comprare di più… o almeno restare in negozio qualche minuto in più!
Ascolta il podcast su SPOTIFY: https://open.spotify.com/show/2auj8Pin9i2RIm3ib7IsCw
E se hai bisogno di una mano, non esitare a chiedere: la tua consulenza online di 30 minuti è gratis.
tel. 333 4959105
info@masierovetrine.com
Prima di tutto, la musica deve essere in sintonia con il target. Se il tuo negozio veste un pubblico casual di età compresa tra i 30 e i 50 anni, magari evitare di trasformarlo in un concerto trap a tutto volume potrebbe essere una buona idea. L’ideale? Un mix di canzoni energiche ma che non ti facciano sentire come se fossi in procinto di scalare una montagna. Qualcosa che accompagni l’acquisto come una dolce brezza, facendo sentire il cliente a proprio agio e non sotto pressione per scappare con i vestiti senza passare dalla cassa.
Il volume poi… Beh, non siamo in una discoteca ma nemmeno in una biblioteca con tutti che sussurrano. L’equilibrio è la chiave: la musica deve essere lì, presente, ma non come il collega che parla sempre troppo. Deve esserci, ma senza interrompere la conversazione tra il cliente e il commesso. Anche perché, il cliente è lì per comprare, non per fare karaoke!
Poi, parliamo delle stagioni. Prendiamo Natale, per esempio. Poveri commessi, costretti a sorbirsi “Jingle Bells” da novembre a fine dicembre… perché non infliggere loro una punizione meno crudele? Magari qualche brano natalizio alternato con qualcosa di leggero e fresco, giusto per mantenere un po’ di sanità mentale e ritmo, senza renderli vittime di ossessioni sonore.
E, per favore, evitiamo playlist che si ripetono ogni 20 minuti, perché anche il cliente alla fine se ne accorge e comincia a cantare pure lui le stesse tre canzoni in loop… e credimi, non sarà un bene. La varietà è la chiave. E attenzione ai brani con testi troppo invadenti: il cliente è lì per comprare, non per distrarsi cercando di capire il significato filosofico dietro ogni parola della canzone.
Conclusione? La musica non è un accessorio. È uno strumento di marketing bello e buono. Va pensata, calibrata, come un cocktail perfetto. Non farà sentire il cliente a casa sua (a meno che non vogliate che si metta sul divano con i piedi sul tavolino), ma lo farà sentire a suo agio. E a volte, questo è tutto ciò di cui ha bisogno per comprare di più… o almeno restare in negozio qualche minuto in più!
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